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THE PRODUCERS
(THE PRODUCERS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 28 marzo 2006
 
di Susan Stroman, con Nathan Lane, Matthew Broderick, Uma Thurman, Will Ferrell (Stati Uniti, 2005)
 
Forse perchè mancano le idee, il cinema vive anche di rinvii. Qui bisogna riferirsi all'esordio clamoroso di Mel Brooks nel 1968, PER FAVORE NON TOCCATE LE VECCHIETTE il cui titolo originale ed al solito meno idiota era appunto THE PRODUCERS. Da quell'inizio di una carriera a tratti geniale nell'irriverenza e dismisura innalzata a sublimazione satirica, fu tratto una commedia di enorme successo per le scene di Broadway. Ed ora (diretto dalla stessa regista e coreografa della pièce, Susan Stroman; ma con parole e musica del sempreverde Mel…) rieccoci al grande schermo, con il musical in bonus. Itinerario contorto? Forse, ma ad immagine di una storia ancor più (saggiamente?) strampalata: due produttori teatrali scoprono che per imbrogliare assicuratori e fisco basta inventare il fiasco totale, lo spettacolo più brutto del mondo. Inutile dire che, finanziato da vecchiette ninfomani, diretto dal gruppo più folle possibile di gay, interpretato dal nostalgico nazista Franz Liebkind, “ Primavera per Hitler” finirà in un trionfo.

Lo stesso che dovrebbe premiare tutta la filosofia che è alla base di queste operazioni, Il politicamente scorretto. Ebrei, neri, omosessuali e soprattutto il nazismo tradotto con le girls che fanno il passo dell'oca e un Hitler che assai più tipato del Tognazzi de IL VIZIETTO sono allora destinati a dissacrare i tabù che ci impedirebbero di disquisire calmamente su quelle faccende. Operazione riuscita? Dalla risposta dipenderà il grado di godimento da parte dello spettatore. Certo, gli attori ereditati dal grande mestiere di Broadway rinviano argutamente ai profumi dimenticati di un'epoca e di un genere, la ballerina svedese Uma Thurman è (ormai al solito) sempre diversa, oltre che brava e bella; e qualche provocazione riesce a provocare un leggero prurito. Ma la sceneggiatura e la pigrizia della regia negano al film l'indispensabile imprevedibilità; senza la quale disturbo e scandalo si perdono in un discreto sbadiglio. Qualcuno ha parlato di IL DITTATORE e di VOGLIAMO VIVERE di Lubitsch; a me pare di stare piuttosto dalle parti di Franchi e Ingrassia.


   Il film in Internet (Google)

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